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Giardini in miniatura

Le zone semicentrali delle nostre città, solitamente a ridosso di quanto rimane delle antiche mura, erano un tempo in buona parte occupate da abitazioni e canoniche con orticelli annessi o veri e propri campi agricoli. L’enorme crescita delle città e il calo dei valori dell’economia agricola ha fatto sparire queste “oasi”, sostituite perlopiù prima da fabbriche e, in seguito, da uffici.



Gli inglesi, anticipatori della rivoluzione industriale e della trasformazione delle città in metropoli moderne, sono stati anche i primi a introdurre il concetto di parco urbano pubblico, realizzando splendide aree come Hide Park a Londra. In seguito le altre nazioni europee ne hanno seguito l’esempio rendendo collettivi molti giardini privati (appartenenti alle famiglie possidenti) interni alle città quali il Tiergarten a Berlino, i giardini del palazzo Luxembourg già di Caterina de Medici a Parigi, Villa Borghese a Roma. Con il progresso tecnologico e l’ulteriore crescita delle città, molti privati cittadini hanno iniziato a dotarsi di piccoli spazi verdi privati: verande, balconi e terrazzi per il piacere di avere un minimo contatto con la natura anche nel proprio appartamento e non doverla cercare solo all’esterno. A parte, ovviamente, le dimensioni, la fondamentale differenza tra un balcone e un parco è che il balcone è un ecosistema artificiale non in grado di sussistere per conto proprio, cosa che invece può avvenire in un bosco o un giardino pubblico. Automaticamente le attenzioni ( e di conseguenza i costi) da garantire alla flotta da terrazzo sono da tenere ben presenti nella progettazione di uno spazio di questo tipo. E’ consigliabile far studiare lo spazio da un professionista esperto in modo tale da ottenere i risultati migliori in termini estetici, funzionali ed economici. La differenza tra i tre modi classici di dotare un alloggio di uno spazio verde esterno è basata sulle dimensioni delle superfici a disposizione. La veranda (o loggia) è l’unità più piccola. Si caratterizza per il fatto che è rientrante rispetto alla linea di facciata del palazzo e per questo può essere chiusa in un secondo tempo anche senza autorizzazioni particolari (tramite vetrate non permanenti ad esempio) e diventare un altro locale della casa. Anticamente le verande erano presenti nelle ville o nei casolari di campagna e venivano, nei mesi freddi, adibite a “giardino d’inverno” cioè spazi di raccolta delle piante più delicate per la loro protezione e per godere della loro bellezza senza affrontare il freddo e le intemperie. I vasi, anche se di grandi dimensioni, si possono infatti spostare se appoggiati su appositi piani dotati di robuste rotelle. Attenzione alle caratteristiche climatiche: deve esserci sempre una alta umidità ed una temperatura non inferiore ai sette gradi centigradi. Il balcone è invece un piano che sporge dall’edificio e collega l’appartamento con l’esterno. In genere le superfici sono piccole (dai 5 ai 10 metri quadrati) e la loro funzione è quella di fornire una macchia di colore che si può godere anche all’interno attraverso le finestre. Più difficile è soggiornare sul balcone: semmai si può pensare di prendervi il sole e, magari, utilizzarlo come sala da pranzo estiva. Il valore immobiliare al metro quadrato di queste diverse tipologie non è certo quello degli appartamenti ai quali sono collegati, ma inferiore, essendo considerati “accessori”.



Le logge o verande, per il fatto di essere molto facilmente integrabili con lo spazio coperto interno, hanno un valore al metro quadrato inferiore anche del 50 per cento rispetto a quello commerciale dell’appartamento, mentre si scende a 20 per i terrazzi. I terrazzi (o le terrazze a seconda del lessico regionale) sono gli elementi in grado di conferire pregio ed unicità ad un appartamento. Un’abitazione con terrazzo (quasi sempre, ovviamente, all’ultimo piano) è in genere chiamato “attico” o anche “superattico”, nel caso si trovi ad essere al di sopra di un altro appartamento terrazzato. Un appartamento al “piano attico” con balcone, può valere anche il 30-40 per cento im più rispetto agli alloggi sottostanti. L’arredamento della superficie verde va studiata in funzione delle caratteristiche cromatiche che si vogliono ottenere, dell’utilizzo che se ne farà, e delle necessità delle essenze (piante e fiori) da ospitare. Il primo punto va considerato facendo ricorso a specialisti o utilizzando un buon manuale di giardinaggio. Il cromatismo (i colori che assumono le essenze) infatti varia molto a seconda delle stagioni. La flotta non può essere considerata come semplice strumento decorativo, ma come una presenza viva che interagisce con le stagioni e muta di aspetto nel corso dell’anno. Uno studio attento ci porterà ad avere un terrazzo bello sia d’inverno che nelle altre stagioni grazie all’utilizzo di piante sempreverdi affiancate a piante a fioritura primaverile e autunnale (le edere o le viti americane). L’utilizzo che si farà della struttura è determinante per scegliere gli spazi occupati da piante, selezionare i contenitori e i sistemi di irrigazione. I vegetali possono coprire viste spiacevoli tramite siepi, realizzabili in bosso, faggio, agrifoglio, alloro o tasso. Possono inoltre difendere dall’inquinamento atmosferico e dal rumore o dall’irraggiamento interno all’appartamento.




Per queste funzioni è la collocazione delle essenze che risulta determinante. I contenitori devono avere caratteristiche di robustezza e impermeabilità e avere dimensioni adeguate alla pianta che ospiteranno. Un buon rapporto tra dimensioni del fusto e volume di terra impiegato garantisce la vita sana alla pianta. Attenzione alla “mobilità” dei contenitori: a meno che non se ne vogliano adibire alcuni per il trasporto all’interno delle essenze (con rotelle o binari fissi), i vasi in cotto, in cemento o in plastica (dalle ottime caratteristiche anche estetiche) devono essere ben ancorati al terreno per evitare che possano cadere in una giornata di forte vento. Poi, anche durante la parte finale della progettazione, va studiato un impianto di irrigazione adeguato alle dimensioni e al tipo di piante da inserire. Come già detto il terrazzo è un ecosistema artificiale e non è in grado di sopravvivere senza continui e adeguati interventi. Nel caso di spazi aperti la grande quantità di terra fa da deposito di acqua e le stesse falde sotterranee integrano le precipitazioni piovose durante l’anno. I vasi non riescono a sopperire a queste funzioni e il vento, in genere forte nei piani alti data la mancanza di barriere “frangivento” circostanti, rende arida la terra e secchi gli alberi e i fiori. Il fatto di essere in città pio fa si che le piante, soprattutto nei periodi estivi, soffrano molto il caldo data la diffusa presenza di cemento circostante che rimanda il calore assorbito dal sole, e per le superfici vetrate che riflettono la luce. Per ovviare al problema del secco e del caldo, l’irrigazione può essere studiata in tre modi. Può essere manuale mobile (soprattutto per logge o balconi non grandi), fissa o automatica. Nel primo caso si pratica un attacco di acqua esterno al quale va collegata una pompa in gomma libera o terminante con un accessorio per la diffusione dello spruzzo, da spostare (manualmente) durante l’operazione di innaffiamento. Una superficie più ampia avrà invece un sistema di irrigazione fisso di tipo manuale. In questo caso i getti che diffondono l'acqua sono posizionati all’interno dei vasi e producono gocce di acqua (per non spostare la terra nei vasi) o vapore nebulizzato generato dal getto forte di acqua contro un’apposita superficie in plastica (una paletta) piantata nella terra. L’accensione dell’impianto in questo caso avviene manualmente. L’irrigazione automatica sfrutta lo stesso sistema di diffusione idrica, ma è presente un’apposita centralina meccanica o elettronica che regola gli orari e la durata dell’innaffiamento. Chi non ha il “pollice verde” ed è spesso fuori casa, sceglie questo sistema. Per la cura delle essenze si ricordi solo che, in media due volte l’anno, si deve provvedere alla potatura e alla cimatura (il taglio dei germogli apicali delle piante) che favoriscono la vita del verde e la corposità delle piante d’arredo dei terrazzi. Queste due operazioni vanno fatte nel periodo del cosiddetto “riposo vegetativo” e quindi a marzo e novembre, ma il periodo di riferimento può variare a seconda delle latitudini. Un buon consiglio è quello di inserire nelle specie di piante scelte una serie di piante da utilizzare in cucina: basilico (annuale), rosmarino, salvia o alloro. Questi “sapori” non necessitano di grandi attenzioni, sono particolarmente adatti al clima italiano e ci permettono di portare un prodotto della terra del nostroterrazzo in cucina, integrando così ancora di più il rapporto tra la natura e la nostra abitazione.